Che punta scelgo?

Che punta scelgo? Giovani allieve della scuola Danza Più

La scelta della giusta punta è fondamentale. Nella foto esercizi per il collo del piede di giovani allieve della scuola Danza Più

Rispondere a questa domanda, frequentemente posta dagli allievi al maestro della scuola di danza, presuppone conoscenze trasversali di anatomia, di tecnica, di esperienza. In commercio troviamo oltre 25 marchi di scarpe da punta che variano per durezza della soletta, per il suo taglio, per l’altezza della mascherina e per la forma del puntale.

Le punte: un sogno per chi inizia a studiare la danza classica, che diventa castigo, quando dopo diversi anni di esercizi preparatori, si possono calzare le sospirate punte ma proprio in quel momento iniziano i dolori. Il piede è costretto in un involucro innaturale, ma è l’unico e insostituibile oggetto che consente di eseguire gli esercizi base, a costo di sacrifici.
Fulcro di ogni movimento, il piede si adatta via via alla punta: vesciche, calli sono niente in confronto alle modifiche che possono portare a patologie anche nella postura, allineamento del bacino e della spina dorsale, per non parlare delle modificazioni che subiscono anche le fasce muscolari e tendinee.

La scarpetta non è, come spesso erroneamente si pensa, uno strumento di tecnica, ma è solo un “mezzo” e dunque prima di iniziare lo studio delle punte bisogna valutare  la capacità di  sostenere la caviglia ed il piede  nei fondamentali, e questo vuol dire avere una buona tecnica di base. Da ultimo bisogna considerare la “dote anatomica” del “collo piede”; perchè esistono piedi che sono più dotati (più cavi, magari più “forti”), altri invece meno, ma entrambi potranno studiare la punta.

Avere la giusta scarpetta da punta è fondamentale perché una punta inadatta concentrerà gli stress meccanici in aree ristrette del piede, generando tendinopatie e sovraccarichi articolari. Il dolore farà usare male il piede e genererà errori tecnici, in un circolo vizioso: scorretto uso del piede, consumo anomalo della scarpetta (il puntale infatti dovrebbe essere sempre simmetricamente consumato), difficoltà ad usarla. Il piede dovrebbe già essere pronto per la punta, la scarpetta potrà migliorare l’estetica del piede sviluppando doti anatomiche e tecniche già presenti, ma se un piede non ha “sostegno della caviglia”, difficilmente diventerà un piede ben “sostenuto” o il suo “collo del piede” molto sviluppato.

«Non esiste una vera età per la punta in quanto dipende dallo sviluppo personale della bambina, dalla sua età formativa che non corrisponde con l’età anagrafica – afferma Luana Poggini, docente all’Accademia Nazionale di Danza a Roma -.
È importante che l’allieva abbia alle spalle alcuni anni di esercizi propedeutici, per rinforzare il collo del piede, e un buon sviluppo muscolare che permette il controllo completo del proprio corpo.
Per questa ragione, si tende a far coincidere l’inizio dello studio della punta verso i 10/11 anni, momento in cui lo sviluppo scheletrico è avvenuto e in cui si acquista capacità di controllo tecnico e allineamento del corpo».


Post Your Thoughts

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.